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Da noi in Europa le infezioni da salmonelle sono da ricondursi spesso al consumo di pollame e uova, ma il rischio di contaminazione è molto minore di quello che si ritiene comunemente, a condizione di seguire alcuni accorgimenti durante la preparazione.
Trasmissione tramite alimenti
In pratica, le salmonelle sono presenti in quasi tutti gli alimenti: acqua, frutta e verdura, latte e latticini, pollame e carne, pesce e frutti di mare, ma il rischio maggiore proviene dagli alimenti di origine animale. Al contrario delle piante infatti, gli animali possono infettarsi con le salmonelle, e quindi contribuire alla loro diffusione nell’ambiente.
Misure igieniche
Osservando le seguenti precauzioni quando si è a contatto con gli alimenti – in questo esempio il pollame - il rischio di infezioni non sussiste.
- Conservare il pollame sempre in frigorifero: a temperature inferiori ai sette gradi Celsius, le salmonelle non si riproducono. Per conservare il pollame fresco la temperatura ottimale è di zero gradi.
- La carne cruda non deve entrare in contatto con altri alimenti, soprattutto se vengono consumati a crudo come insalata verde erbe aromatiche, o funghi.
- Gli attrezzi di cucina vanno lavati bene ogni volta, prima di riadoperarli. Prima e dopo il contatto con la carne, lavarsi accuratamente le mani.
- La cottura del pollame ad una temperatura di almeno 70 gradi Celsius elimina definitivamente il rischio di infezione.
In Italia si registrano annualmente 10.000-15.000 casi di salmonellosi. I sintomi della malattia appaiono non prima di sei e non oltre 72 ore dall’ assunzione dell’agente patogeno, e possono manifestarsi con crampi allo stomaco, forte diarrea, vomito, mal di testa e febbre. In questo caso, consultare sempre il medico.